
L’autoritratto si installa dove un ritratto non è possibile, cioè dove tutta un’interiorità prende parola senza potersi trasformare in azione. Il cinema come “linguaggio muto” delle cose non dette e perfino indicibili, ha raccolto questa eredità permettendo l’autodenominazione del mondo fin nei suoi aspetti molecolari.
Conversazione con Julia Kristeva e contributi, tra gli altri, di Lucia Cardone, Bruno Roberti, Rosamaria Salvatore, Stefano Velotti e Federica Villa.