La modernità cinematografica si configura come luogo di un fecondo disaccordo non solo e non tanto tra le forme, ma tra contrastanti immagini del mondo. Il cinema può difatti produrre uno scarto all’interno di sé stesso – dei propri codici –, così come all’esterno – nei discorsi che esso sollecita e produce.
Il numero si apre con una conversazione con Jacques Rancière e presenta, tra gli altri, i contributi di Marcello Walter Bruno, Dominique Chateau, Roberto De Gaetano, Pietro Montani e Dork Zabunyan.